a cura di Alba Giulia

Zanardi

“Zanardi mi fai schifo. Sei tronfio e borioso, sei un sadico, appesti.”

Penso che ci sia davvero poco che potrei dire su Zanardi, comunque a sproposito.
Qualcosa, però, sono tenuta a spiegarvela.
Primo: di che parlano le storie di Pazienza? Be, mi stupirei se ci fossero cose che vi faccia piacere ascoltare e che non rivoltino un po’ lo stomaco a qualcuno… qual cos’altro ad alcuni.

“Ti senti un grand’uomo tu, pieno di idee, luminoso, però ti rode il culo se la tua figa la dà, perché sei uno stronzo e troppo ancora dovrai soffrire, perché così come l’ha data la darà, perché sei uno stronzo…”

Due: chi sono i protagonisti? Zanardi e i suoi amici, Petrilli e Colasanti. Tre ragazzi con una vita che va. Non c’è male ne bene; va e basta. Anche se a volte far passare il tempo ammazza.
Le cose poi se ci fosse una giustizia non andrebbero così, ma la giustizia non rimedia figa, quindi non serve a vivere.

Zanardi al prof: “Se il destino seguisse una sua logica consequenziale, in questo momento dovrebbero bussare alla porta, entrare dei carabinieri e portami via.”

Bella lezione, mi stupisce che c’è ancora chi non l’ha capita.

Tre: ok, ma una morale in tutto questo c’è? Se cercate, grattando sul fondo del barile, la potete pure trovare. Per chi adesso si sta preoccupando, per chi pensa: “Ma che senso hanno queste storie qua?”; non vi stressate. Il destino esiste ed ha un nome: Andrea Pazienza.

“Le sequenze disegnate da Andrea studiano e fanno conoscere il movimento, il comportamento degli studenti di oggi, che poi significa, visto il ritardo con cui l’oggi diventa davvero oggi, di domani.”
Dall’introduzione di Vincenzo Sparagna, Zanardi, Primo Carnera Editore.

 

 

 

 

 

 

Zanardi (detto Zanna) ha 21 anni, frequenta la quinta del liceo scientifico Fermi di Bologna insieme ai suoi due inseparabili compagni di avventure: Petrilli (Pietra) e Colasanti, (Colas). Ha capelli biondi, lisci e lunghi, un viso spigoloso e un lungo naso a becco; si presenta dunque come l'opposto di Andrea Pazienza (quindi una sorta di alter-ego del suo creatore). È fondamentalmente cattivo e privo di morale: ad esempio, nella sua storia d'esordio, Giallo scolastico (Frigidaire n.5, marzo 1981), riesce a fare uccidere la preside del suo liceo dal secchione della classe; in Cuore di mamma (Comic Art n.28, dicembre 1986), insieme ai suoi due compagni violenta la madre di un'amica dopo averle mostrato delle foto in cui Colas fa sesso con la figlia e averla minacciata di distribuirle se non si fosse piegata ai loro desideri; in Cenerentola 1987 (Comic Art nn.29/31, gennaio/marzo 1987), per vendicarsi di un torto subito, fa involontariamente praticare sesso anale tra un ragazzo e sua sorella.

Fondamentali per capire tale personaggio sono le parole che lo stesso Pazienza pronunciò in un'intervista: «La caratteristica principale di Zanardi è il vuoto. L'assoluto vuoto che permea ogni azione». Per questo tutti i giovani di quella generazione che viveva a Bologna alla fine degli anni settanta si identificarono totalmente con il personaggio, Zanardi era come loro: un ragazzo senza neanche un ideale in un'epoca di rivoluzioni (poiché aveva compreso la loro inutilità), e soprattutto terribilmente annoiato (talmente annoiato che per vincere questo malessere si diverte a far del male alle persone). Quindi in realtà Zanardi non è cattivo per scelta ma perché costretto dalla società ad essere così, è il prodotto di un sistema in cui il male verso gli altri è l'unico modo per fare del bene a sé stessi.