a cura di Alba Giulia

Tex non ha bisogno di presentazioni.

In Italia è impossibile ignorare la sua esistenza, visto che ormai è più di mezzo secolo che viene pubblicato e che ha accompagnato un bel po' di generazioni fino all'età adulta e anche ben oltre.

Come si dice; Tex è per sempre, altro che diamanti.

Molti giovani oggi che si avvicinano al fumetto cominciando dai manga o dal fumetto americano, spesso solo a sentire la parola “Bonelli” storcono il naso.

Anche per me in parte era così, ma oggi con gli orizzonti un po' più aperti su questo infinito spazio che è il mondo del fumetto, non solo estero, ma anche italiano, posso dire che non c'è alcun motivo valido per quella piccola arroganza, che molti ostentano con fierezza, che sta nel dire: “No, io la Bonelli non la leggo!”

Certo non tutto ciò che è Bonelli è oro, ricordiamocelo, ma ci sono punte davvero eccezionali di cui è un male non conoscere l'esistenza, almeno se si ha piacere nel leggere storie che sono capolavori e per di più “Made in Italy”.

Nel caso specifico, però, sto per parlare di un Tex molto particolare.

Un Tex disegnato Magnus, che davvero ha smentito ogni mio più ostico preconcetto su questo personaggio.

TEX, La valle del terrore. Albo speciale n.9, testi di Claudio Nizzi, disegni di Magnus, Sergio Bonelli Editore.

“Non posso che inchinarmi al lavoro degli autori venuti prima di me. Disegnare Tex è un impegno da far tremare i polsi…”

Una storia che va dal giallo, alla ricostruzione storica e al buon vecchio Far West, davvero sorprendente. Solo che, come in un piatto, il sapore non basta e anche l'occhio vuole la sua parte. Sono certa che con 224 tavole come queste rischierete di fare sana indigestione!

Ottima interpretazione nata dai pennelli di Roberto Raviola, alias Magnus, del personaggio creato da Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini, il mitico Tex.

Questo albo vide la luce dopo sette anni di lavoro e fu di poco precedente la morte dello stesso Magnus, una perdita irreparabile per il fumetto italiano.

Ho studiato in maniera ossessiva ogni oggetto, ogni ambiente, ogni paesaggio e addirittura mi sono trasferito in montagna, perché lassù, a differenza della città, mi sembrava più facile osservando un sasso, un fiume, un albero, immergermi nell'atmosfera antica e naturale di un racconto ambientato nel West americano…

E potete stare sicuri, è proprio nel West che ci porta questa storia, ora non rimane che goderci la nostra lettura.

Sentito, kit?... Come la chiami questa?

Una sviolinata .”