a cura di Alba Giulia

Il gusto del cloro.

Il trucco sta nel coordinare braccia, gambe e respiro.”

“Il gusto del cloro” è un racconto a fumetti del 2008 di Bastien Vivès, uscito in Italia nel 2009 per la casa editrice Black Velvet; premio “Rivelazione” al Festival di Angoûleme del 2009 e premio Micheluzzi “Miglior fumetto estero” al Comicon di Napoli nel 2010.

La storia è molto semplice da raccontare tanto che potrebbe risultare perfino banale.

Un ragazzo viene ripetutamente esortato dal suo medico a fare del nuoto per rendere efficaci le terapie che segue per un problema di scogliosi. Così vincendo l'iniziale ritrosia e pigrizia decide di provare; ma l'ambiente gli sembra da principio inospitale, trovandosi circondato da sconosciuti all'apparenza scontrosi e più esperti di lui nel nuoto, capaci in poche bracciate di lasciarlo indietro. I risultati si riveleranno scarsi e sconfortanti, ma dopo alcune settimane, tra la moltitudine di persone che affollano la piscina nota una giovane donna che attira la sua attenzione sia per il fascino che per la bravura nel nuoto. I due, però, non sembrano destinati a conoscersi; finirà, invece, che, complice un amico molto espansivo, i due si parlino. Bracciata dopo bracciata i due avranno modo di conoscersi e grazie ai consigli di lei il ragazzo acquisterà una sempre maggiore sicurezza nel nuoto e prenderà la decisione di recarsi assiduamente in piscina. Sarà lei, infatti, che gli svelerà quel fascino che non aveva finora colto nel nuotare.

Non vi è molto altro da dire sulla trama, mentre non è possibile descrivere a parole l'atmosfera in cui ci si sente calati, che, come dice il titolo, si arriva quasi a "gustare" coi sensi.

In questo libro ci si può davvero immergere nell'ambiente rumoroso ed al contempo ovattato di una piscina, nel colore intenso e meravigliosamente monocromo dell'ambiente; se il titolo è "Il gusto del cloro" non ci si può che complimentare con un autore in grado di trascinarci, bracciata dopo bracciata, in quell'esperienza unica che è il nuoto.

Mostra benissimo quanta comunione abbia questo mezzo con il cinema ed al contempo quanto divario ci sia tra i due, perché, là dove una pellicola ci restituisce un'immagine continua nel tempo, un fumetto ben costruito ci deve dare un'impressione di questo stesso movimento.

Se i numerosi silenzi che caratterizzano questo lavoro non arrivano a diventare vuoti lo si deve alla bravura di un autore che conosce bene il proprio mezzo espressivo. Il testo incarna perfettamente il messaggio che desidera trasmettere; l'inesprimibilità del sentimento.

  • Ti sei mai domandata se ci sono cose per cui moriresti e a cui non rinunceresti mai?

...Allora?

  • Ci sto pensando.