a cura di Alba Giulia

A volto coperto

Testo di Luana Vergari, disegni di Francesco Mattioli, casa editrice Tunuè, Prospero’s Books.

Non so se Jiulia abbia un debole per tutti i vecchi scemi.
Sicuramente lo ha per me.
E io per lei.

Sullo sfondo di un’assolata Marsiglia o dell’aria dolciastra che si respira a Los Angeles lasciamo pure che l’adrenalina dell’azione criminale si sviluppi in un tempo confuso di salti tra un passato e un altro.
Il piano si delinea lentamente; l’amore e la gelosia hanno già mosso i loro pezzi sulla scacchiera, il finale ci attende subito dopo i titoli di coda. Due storie si sviluppano parallele; una fatta di momenti catturati su pellicola, l’altra di vita da imprimere su uno schermo.

Nella prefazione di Valerio Evangelisti si legge: “[...]Allo stesso modo, la vicenda dei protagonisti, due anziani rapinatori, sfugge a qualsiasi tipo di etica. È triste, marginale. Non ha altra tinta che la nostalgia”. Davvero vorrei viverla anch’io una vecchiaia così “marginale”.
 In quanto alla nostalgia, se si riesce a tradurre il proprio sentimento d’amore in una pellicola che lo raccolga tutto nella durata di un film, lasciando ancora fuori il tempo di un’intera vita di emozioni e azione, potremo ben consolarcene.

Un cortometraggio che difficilmente potrebbe essere realizzato oggi, evocatore di in un cinema che rapisce coi suoi tempi lungi di quotidianità, riflessione, sogno e amore.

Dalla prefazione:

“Nessuno, oggi, oserebbe realizzare un film così struggente. Per fortuna esiste il fumetto, capace di sfidare ogni convenzione, ogni patto di complicità col pubblico.”

Adesso che più di quanto fosse prevedibile immaginare in passato il cinema attinge sempre maggiormente dal fumetto ricercando azione e adrenalina per proiettarsi nel futuro, godiamoci una storia pulita che rincarna il passato degli anni Settanta.

“Fino a qualche settimana fa somigliavo alla mia 2CV.
Ora sono un film che inarrestabile sta per schiantarsi verso i titoli di coda.”