a cura di Alba Giulia

Al tempo di papà

“Quando penso al mio paese natio un'immagine appare vivida nella mia mente. Un primo pomeriggio di primavera io, ancora bambino, sto giocando seduto sul pavimento del negozio da barbiere di mio padre. Il pavimento soleggiato, è il ricordo di un momento felice della mia infanzia.”

Per “Al tempo di papà” di Jiro Taniguchi, casa editrice Panini, collana Planet manga, la dicitura “romanzo a fumetti” si adatta perfettamente. Dimentichiamoci ogni tanto qual è lo stereotipo di manga (azione, combattimenti, ninja, robot, streghette, ecc...) e proviamo ad accostarci a questo genere andando meglio a ricercare autori e storie.

Jiro Taniguchi è un fumettista che l'occidente sta imparando a conoscere ed apprezzare, anche se, all'apparenza, le sue storie forse colpiscono meno il nostro immaginario, di altre ben più “condite” provenienti dal sol levante. Solo ponendo la giusta attenzione ci si rende conto di quanto accurato e raffinato riesca ad essere il suo disegno pur mantenendo una naturalezza straordinaria e solo se si accetta un ritmo di narrazione lento, si può apprezzare il messaggio che l'autore vuole trasmettere.

Le sue storie parlano delle persone e dei loro sentimenti, del carattere soggettivo ed universale dell'uomo, un concetto che spesso oggi ci viene propinato in comode pillole da mandare giù, ma che davvero difficilmente potremo far nostro in questo modo. Un chiaro indizio di come la parola “manga” non sia sinonimo di fumetto per ragazzi. Vi sono ottimi prodotti provenienti dal Giappone capaci non solo di regalarci una buona storia, ma anche di mostrarci quella differenza di cultura profonda che vi è tra occidente ed oriente.
“Mio padre se n'è andato lasciando in me il rancore che covavo da piccolo...”

Da bambini a volte ci scopriamo feriti, ma senza comprenderne le motivazioni, diventare adulti significa anche andare alla riscoperta di queste ragioni. Spesso, però, preferiamo fuggire senza guardarci indietro, siamo portati a pensare che riuscendo a soffocare i ricordi spiacevoli, possiamo anche dimenticare del dolore.

Dopo la morte del padre, Youichi, assente da casa da ormai 15 anni, è spinto dalla moglie ad anticiparla nel viaggio di ritorno al paese natio dove si svolgerà il funerale; giunto lì rivedere i luoghi della sua infanzia soprattutto incontrare le persone da sempre care al padre faranno riaffiorare ricordi in parte sopiti ed in parte alterati dal tempo della famiglia.

Un viaggio alla scoperta del carattere di una persona, il proprio padre, che si scopre ben diversa da quella che si credeva di conoscere.

“Davanti all'altare funebre rimango solo con mio padre che dorme nella bara. Mio padre senza parole mi racconta. Mio padre ha aspettato il mio ritorno per tutto questo tempo...”

Se non affrontiamo i ricordi potremo covare dentro un rancore cieco e sordo, capace di condizionare la nostra intera esistenza, costringendoci ad un lungo esilio, ad un inutile fuga.